LO STAGNO DI PLINIO
C'era una volta nonno rospo e centinaia di piccoli rospetti che saltellavano allegramente e al calar della sera felici si riunivano tutti assieme per sentire i racconti incredibili del leggendario nonno.
"Cari piccoli rospetti stasera vi racconterò una storia che è a tratti un po' paurosa ma è importante che sia narrata affinché la sua memoria sia tramandata".
Tra il cra cra di una moltitudine di piccole ranocchie, il vecchio rospo iniziò a narrar. "vi siete mai chiesti perché il nostro stagno è chiuso da un muro così alto e perché mai sia così visitato?" il più coraggioso dei rospetti si fece avanti e rispose: "mi pare di aver sentito che moltissimi anni fa il nostro stagno fu sommerso da tanto fango e che qui ci abitavano degli umani e lì in quei buchi in lontananza siano stati trovati degli scheletri di umani"...brrrrrr...brrrrrr ho paura!" iniziavano a gridare i rospetti più piccini, qualcuno iniziava a singhiozzare, qualche altro a balbettare, finché il nonno rospo con il suo vocione cracchioso fece star tutti in silenzio e iniziò il suo racconto.
"Carissimi rospetti, tanti tantissimi anni fa, non ci crederete ma neanche io ero ancora nato, il nostro piccolo stagno era una bellissima spiaggia coperta da sabbia nera come la cenere di un vulcano.
La piccola spiaggia si raggiungeva tramite alcune stradine che conducevano a un piccolo ma bellissimo villaggio popolato da tanti umani che al sole amavano passeggiare e alla sera riposavano nelle loro bellissime case.
Li in fondo in quelle grotte gli abitanti del villaggio conservavano le loro barchette e le reti per pescare. Lì dove vedete quel muro così alto iniziava un bellissimo mare che era di un blu brillante ed era pieno di meravigliosi pesci, tartarughe e rametti color rosso e rosa che gli umani amavano pescare per realizzare dei bellissimi ornamenti per le loro femmine.
Qui intorno era tutto un vociare, un far festa, un rumore di carri, un continuo cantare finché qualcosa cambiò" la voce del nonno rospo a questo punto iniziò a diventare più lenta e il suo tono un po' più triste, poi fece un lungo sospiro e si fermò.
I piccoli rospetti che avevano ascoltato con tanto interesse, un po' straniti dalla lunga pausa di nonno rospo iniziarono a cracchiare e ad agitarsi finché il nonno rospo non riprese a parlare. "Quella notte cari rospetti tutti andarono a dormire, ma al mattino presto furono risvegliati da un forte boato, un suono che non avevano mai ascoltato prima. Uscirono tutti dalle loro case e quel giorno il sole diventò sempre più scuro.
Tutti corsero a cercare le loro lampade e quella sera decisero di nascondersi in fondo a quelle grotte e stettero lì abbracciati. Finché una grossa colata di fango scese giù dalla montagna e coprì tutto il villaggio con i suoi abitanti". "Che triste storia!" iniziarono a dire in coro i cari rospetti. Il nonno rospo riprese la parola e disse "Si è vero, è molto triste, ma raccontare e ricordare è il solo modo per non dimenticare chi è vissuto qui prima di noi." A quel punto un piccolo rospetto domandò: "nonno rospo però se qui c'era il fango com'è successo che sia diventato uno stagno?" bella domanda piccolo rospetto!
Dovete sapere che il bellissimo villaggio è rimasto addormentato sotto la coperta di fango per moltissimi anni fino a che un giorno gli abitanti del nuovo villaggio che intanto era stato costruito qui vicino, iniziarono a scavare e a scavare finché non scoprirono l'antica città sepolta, con le sue case, le sue strade, i suoi abitanti e la sua antica spiaggia che con gli anni mista al fango e all'acqua si è trasformata nel nostro piccolo stagno. "Ohohohohoh" esclamarono i piccoli rospetti e il nonno a quel punto terminò la storia con queste parole: "vedete piccoli rospetti la terra anche se coperta ha un cuore che continua a battere e noi siamo la dimostrazione che la vita è più forte della morte.