STORIE DI UNA VITA IN MISSIONE

Charles T. Studd dal cricket e il successo, alla gioia di una vita in missione

Charles Studd era un giovane campione della squadra di cricket inglese dell'università di Cambridge. Noto a tutti per i suoi successi sportivi, figlio di un colonialista inglese diventato molto ricco in India. Charles era un giovane talentuoso, molto benestante e totalmente disinteressato alla religione. Dopo la conversione di suo padre, avvenuta grazie ad un vecchio e caro amico il cui cuore era stato toccato durante gli incontri evangelistici di Moody, noto predicatore americano che alla fine dell'ottocento stava infiammando le città europee; Charles Studd incontra Gesù, il suo cuore da tiepido e disinteressato al vangelo in pochi mesi si infiamma di passione per Dio e la sua opera. All'apice della sua carriera sportiva in uno degli sport più popolari dell'Inghilterra del tempo, decide di lasciare ogni cosa e seguire la chiamata di Dio per la missione. La prima destinazione è la Cina dove si arruola tra i missionari guidati da Hudson Taylor e in questi anni incontra la sua amata Priscilla. La coppia sarà potentemente usata da Dio per evangelizzare tre continenti: Cina, India e Africa, pagando un prezzo altissimo. Infatti, Charles e sua moglie trascorreranno gli ultimi 13 anni della loro vita, distanti fisicamente ma non nel cuore. Lui in Africa ad evangelizzare popoli e tribù selvagge, lei in Inghilterra a coordinare tutti i dettagli organizzativi della missione. Charles Studd era chiamato Bwamba Mukubwa che in Africa vuol dire il grande capo bianco, "era grande in ciò che pensava e faceva; grande nel soffrire per gli altri, grande nell'amore, nel sacrificio e nella devozione per il suo Salvatore"; ha vissuto con una fede incrollabile nella parola di Dio e nella sua provvigione. Ha creduto nell'impossibile, anche quando il suo corpo era debolissimo e senza forze, ha visto la guarigione di Dio continuamente all'opera nella sua vita. Leggere la sua storia è una fonte incredibile d'ispirazione che ti esorta a credere nelle risorse infinite di Dio. Charles ha condiviso ogni cosa col proprio Signore che lo ha ricompensato con tanta gioia da parte dei suoi fratelli, con numerose vite cambiate e trasformate dalla sua predicazione e soprattutto numerose missioni che si sono diffuse in tutto il mondo.

Cit. " Charles T. Studd" di Normann Grubb.

Hudson Taylor e il suo amore per la Cina.

Da Liverpool a Shangai e oltre, un viaggio lunghissimo che per un missionario rappresenta la vita stessa. È questa è una storia d'amore tra un missionario protestante inglese e un paese che alla fine dell'800 era quasi del tutto sconosciuto. Subito dopo la sua conversione a Cristo il giovane Hudson sente una chiamata forte per la missione e il suo campo missionario diventa la Cina. Da subito inizia a prepararsi nella parola del Signore, nello studio dei rudimenti della medicina per poter essere di aiuto pratico e nello studio del mandarino. Dopo essere giunto al porto di Shangai il giovane missionario, dopo diversi insuccessi tra le popolazioni locali, prende una decisione che fu criticata aspramente dai suoi contemporanei: per farsi accettare dai locali decise di lasciare gli abiti occidentali e iniziare a indossare i tipici abiti cinesi oltre che la classica treccia che gli uomini avevano l'abitudine di usare come acconciatura. La sua visione sposava a pieno le parole dell'apostolo Paolo il più grande missionario di tutti i tempi: farsi giudeo coi giudei, greco coi greci e nel suo caso cinese con i cinesi. Il suo coraggio fu premiato dal Signore, gli abitanti dei villaggi, nelle zone più interne e impervie del paese, dove Taylor portava l'evangelo lo sentivano più vicino, parte della loro cultura e per questo iniziarono ad aprirsi all'ascolto dell'evangelo. Molte furono le vicissitudini della sua vita ma Taylor ha continuato a lavorare con una visione sempre un passo più avanti rispetto ai suoi contemporanei, creando una rete di missionari uomini e donne che alla fine dei suoi giorni era arrivata a un centinaio di volontari e ancora oggi lavora ed è attiva sul campo. Una delle sue frasi più belle recita: ""La Cina non deve essere vinta per Cristo da uomini e donne tranquilli e amanti della tranquillità. Il marchio degli uomini e delle donne di cui abbiamo bisogno è quello di chi metterà Gesù, la Cina e le anime in primo piano in ogni cosa e in ogni momento, anche la vita stessa deve essere secondaria". Il suo è un messaggio radicale per il mondo occidentale abituato alla comodità ma ciò che Dio ci insegna attraverso questi uomini e donne e credere nell'impossibile perché ad oggi la Cina è un paese dove migliaia di uomini e donne hanno arreso il proprio cuore a Cristo e tra questi non possiamo dimenticare Watchman Nee, un grande uomo di Dio che ha lasciato un'incredibile ricchezza spirituale per i cristiani di tutto il mondo.

"Bad legs" quando la disabilità non può fermare il proposito di Dio.

Questa è la meravigliosa storia di Elinor una missionaria nata in un piccolo villaggio del Nord America che per anni ha lavorato per portare l'evangelo in una delle isole più remote della Papua. Un tempo straordinario durato più di due decadi che ha avuto inizio nel 1974 quando raggiungere le parti più estreme del pianeta non era poi così semplice. La giovanissima Elinor decide di lavorare in quel campo di missione in una delle tribù più antiche dell'arcipelago indonesiano, dove i suoi abitanti erano di poco più alti di un pigmeo e dal linguaggio difficile da comprendere. Elinor trascorre mesi ad imparare la loro grammatica, inizia a tradurre le scritture nella loro lingua e a offrire aiuti concreti soprattutto come infermiera della comunità. Fin qui la sua storia è già fonte d'ispirazione ma c'è qualcosa di commovente e straordinario che mostra l'infinita grazia di Dio. Elinor non è una giovane donna come le altre, è una ragazza affetta da disabilità a entrambe le gambe dovuta a una terribile poliomelite contratta all'eta di 5 anni. Ma tutto ciò non ha impedito ad Elinor di credere che se Cristo l'aveva salvata dalla morte, era per un proposito meraviglioso. A 12 anni risponde alla chiamata all'altare di un missionario cinese in visita alla sua piccola comunità. L'invito è di venire avanti per chiunque sentisse di essere stato chiamato alle missioni, tra gli occhi imbarazzati e increduli dei presenti l'unica a percorrere il breve corridoio della chiesa è la piccola Elinor con le sue stampelle e un fuoco nel suo cuore. Dopo aver finito la scuola teologica e dopo aver superato con la sua determinazione l'opposizione del collegio degli anziani, riceve la sua destinazione: la piccola isola di Iria jara in Papua. E lì lavora con passione tra un popolo che ha la sua stessa altezza e che non la chiama Mr Elinor ma nella propria lingua le dà il nome di "Bad Legs" gambe malferme. A noi lettori occidentali può sembrare quasi offensivo, lei stessa racconta di aver chiesto a un giovane della tribù il perché di tale soprannome. La sua risposta è disarmante : "le tue gambe malferme sono importanti per noi, ci mostrano il grande amore che Dio ha per noi perché con esse Dio ti ha portato a noi". La storia di Elinor ci insegna a non lasciarci scoraggiare dai nostri limiti reali ed oggettivi perché come la stessa Elinor racconta quando un uomo si avvicinò a quel missionario cinese in visita alla sua piccola chiesa ed ebbe da ridire della sua chiamata alle missioni, schernendolo che solo una piccola ragazzina storpia che mai avrebbe potuto farlo era andata all'altare, il missionario guardandolo dritto negli occhi rispose: " Colui che il Signore ha scelto, quello sarà usato da Lui". E allora continuiamo a credere nei nostri sogni perchè Il Dio dell'impossibile può fare smisuratamente al di là di quanto immaginiamo e speriamo.

2o22 Anno di promesse esaudite
Creato con Webnode
Crea il tuo sito web gratis! Questo sito è stato creato con Webnode. Crea il tuo sito gratuito oggi stesso! Inizia